Bertozzi & Casoni è una società fondata nel 1980 a Imola da Giampaolo Bertozzi (Borgo Tossignano, Bologna, 1957) e da Stefano Dal Monte Casoni (Lugo di Romagna, Ravenna, 1961 – Imola, Bologna, 2023). Formatisi entrambi nell’ambito della ceramica faentina, i due artisti eleggono a proprio campo di azione questo medium, spesso relegato ai margini della scena artistica contemporanea riuscendo a dargli piena dignità e a portare la scultura in ceramica nei principali circuiti internazionali dell’arte. Protagonisti di una incessante sperimentazione, sia tecnica che formale, negli anni hanno saputo elaborare uno sguardo originale e riconoscibile sulla società contemporanea, producendo opere sempre in bilico fra ironia e critica al consumismo, tra dubbio e iperrealismo, fra splendore e riflessione sul disfacimento. Nella loro lunga e generosa attività creativa sono passati dalle felici e ironiche sculture di piccole dimensioni dei primi anni Ottanta ad un interessamento, sempre con occhio divertito, alle forme del design grazie alla collaborazione con la Cooperativa Ceramica di Imola (1985-1989) ed ai contatti con l’ambiente del design milanese. Già nella fase d’esordio manifestano una propensione anche per opere di grandi dimensioni, che caratterizzerà poi il loro percorso maturo: sono di questi anni la scultura su ruote Re (1988 -1990), Dormigliona (1991) e la realizzazione a scala architettonica del pannello Ditelo coi fiori (1990-1994) per l’Ospedale civile di Imola.  Nel corso degli anni Novanta il respiro del loro lavoro si fa decisamente più ampio e complesso, sia concettualmente, sia nelle dimensioni e nelle sfide tecniche sottese alle loro realizzazioni: nascono opere come Bosco sacro (1993), Evergreen (1995) e Scegli il Paradiso (1997). Quest’ultima segna il termine di una prima fase della produzione del duo artistico caratterizzata dall’uso della maiolica dipinta che verrà definitivamente sostituita da materiali e tecniche tratti dal mondo industriale, come la fotoceramica, ottenendo un raffreddamento del linguaggio espressivo e una sorprendente aderenza al vero a favore di un processo di oggettivazione dell’opera. A partire dal nuovo millennio si confermano linguaggi e temi che divengono distintivi della Bertozzi & Casoni e che danno vita alle “contemplazioni del presente”, secondo la definizione degli stessi autori. La riflessione sulla caducità umana, sul concetto di effimero e transitorietà dell’esistere si esprime nelle grandi installazioni Madonna scheletrita (2003 e 2008) e Riflessione sulla morte (2008); negli accumuli di ossa (che portano l’ironico titolo di Meravigliosso o Ossobello); nella serie delle vanitas che presentano cestini pieni di rifiuti percorsi da lumache, sparecchiature e vassoi con avanzi di cibo, zolle d’erba con macabri reperti. Il trash, il degrado, i prodotti e i rifiuti della società consumistica contemporanea, compresi quelli artistici e culturali, affascinano il duo che spesso li presentano in compagnia non degli umani ma di animali, irriverenti sopravvissuti testimoni della nostra società e portatori di speranza. È il caso, per citare due esempi, di Composizione n.1 (2001) in cui una cicogna e il suo nido poggiano su un’alta pila di batterie usate o Composizione in bianco (2005–2007) con la figura potente dell’orso bianco che avanza sul pack trascinando un accumulo di rifiuti. Il linguaggio formale è ipertrofico e splendido, spettacolare la capacità di mimesi, gli accostamenti imprevisti e destabilizzanti. Sono la meraviglia e lo stupore a guidare nella “contemplazione del presente” e ad indurre alla riflessione. In questo orizzonte si collocano anche le monumentali opere che espongono alle Biennali di Venezia nel 2009 e nel 2011 e l’ultima impegnativa opera La morte dell’eros (2000-2023) lasciata incompiuta da Stefano Dal Monte Casoni e terminata da Giampaolo Bertozzi.

Numerose sono le occasioni espositive in sedi prestigiose, nel 2004 sono invitati ad esporre alla Tate Liverpool e alla XIV Quadriennale di Roma. Del 2007 è la mostra personale a Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia (dove espongono tre grandi opere in concomitanza con la Biennale: “Composizione in bianco”, “Le bugie dell’arte” e “Composizione Scomposizione”) e del 2008 quella al Castello Sforzesco di Milano e al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Nel 2009 i loro lavori sono esposti al Padiglione Italia della Biennale di Venezia (“Composizione non finita-infinita” e “Rebus”); nel 2010 ad All Visual Arts di Londra, alla Sperone Westwater di New York, alla Galleria Sperone a Sent e alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano. Nel 2011 espongono al Padiglione Italia della Biennale di Venezia (“Sedia elettrica con farfalle”), alla FaMa Gallery di Verona, a La Maison Rouge di Parigi; nel 2012 alla Galleria Robilant+Voena di Londra, alla Sperone Westwater di Lugano e di New York. Dello stesso anno è la personale ad All Visual Arts di Londra dove viene esposta per la prima volta la grande opera “Regeneration”. Del 2013 sono le mostre personali al Museum Beelden aan Zee all’Aia, alla Galleria Beck & Eggeling di Düsseldorf, alla Galleria Cardi di Pietrasanta; del 2014 quelle alla Sperone Westwater di Lugano e nelle sale monumentali di Palazzo Te a Mantova. Del 2015 le personali alla Galleria Tega di Milano, alla Galleria Poleschi di Lucca, alla Sperone Westwater di New York, al Mambo di Bologna e la partecipazione a Expo Milano 2015. Del 2016 le personali nelle sale di Palazzo Larderel a Firenze (presentata dalla Galleria Il Quadrifoglio di Milano in collaborazione con Gian Enzo Sperone), alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo, all’Espace Grandjean di Vallauris, alla Galleria Verolino di Modena, al Macist di Biella e al Palazzo Ducale di Massa. Il 2017 si apre con le personali al Museo di Palazzo Poggi di Bologna e alla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno e prosegue con la collaborazione con Ca’ del Bosco. Del 2018 le personali presso la Galleria Anna Marra di Roma e la Rossi&Rossi Gallery di Hong Kong; del 2019 quelle al MARCA di Catanzaro e al Museo Morandi di Bologna e del 2020 la personale a Pietrasanta presso il Complesso di Sant’Agostino. Del 2021 le personali alla Sperone Westwater di New York, alla Galleria Poleschi di San Marino e al Palazzo Vescovile di Imola. Il 2022 si apre con le personali presso la Galleria d’Arte Maggiore di Bologna, la Galleria Civica di Trento, la Galleria Caterina Tognon Arte Contemporanea di Venezia e prosegue con la personale presso ML Fine Art di Milano e la collettiva a Palazzo Ducale ad Urbino. Nel 2023 si segnala l’esposizione personale presso Carlocinque Gallery a Milano, la partecipazione a Villa Firenze Contemporanea all’Ambasciata Italiana di Washington e la grande mostra diffusa nelle tre sedi museali imolesi Tranche de vie.

Dal 2017 al 2023 un’ampia selezione di Bertozzi & Casoni è stata esposta alla Cavallerizza Ducale di Sassuolo. Da ottobre 2023, in concomitanza con l’inaugurazione della mostra In nuce, il Museo San Domenico di Imola espone permanentemente un nucleo significativo di opere che testimoniano la loro produzione artistica.